Arte e Scienza della Fotografia
di Alain Briot

Alain Briot è un fotografo specializzato nei paesaggi. Proprio per questo motivo vive e lavora, in Arizona, nel cuore del sudovest americano. Monument Valley, Canyon de Chelly e il Grand Canyon sono tra i suoi set preferiti.

Alain è nato e ha
studiato fotografia in Francia. Nel 1986 si è trasferito negli Stati Uniti dove ha conseguito il Master alla Northern Arizona University.

Alcuni dei suoi lavori
sono visibili QUI

Da QUI si accede al sito di Alain Briot

La fotografia è caratterizzata da due elementi  separati: Arte e Scienza. E' solo attraverso la proficua combinazione di questi due elementi che si possono ottenere fotografie di altissimo livello.

Scienza e Arte differiscono notevolmente  nelle rispettive intenzioni e nella pratica, infatti sono così radicalmente differenti da porre grosse difficoltà al fotografo che non ne padroneggia le rispettive caratteristiche e qualità.

La parte scientifica della fotografia comprende la tecnica e l'equipaggiamento, la parte artistica include il fine creativo del fotografo, la sua visione, l'ispirazione e l'uso dei concetti collegati all'arte. Queste due componenti devono unirsi strettamente per far sì che un fotografo possa creare lavori di grande qualità.

Se una di queste due parti prevale sull'altra il risultato può essere quello di un fotografo dalla tecnica eccellente, senza visione artistica, o un fotografo geniale a cui manca però l'indispensabile qualità tecnica.

Nei miei incontri con altri fotografi vedo spesso situazioni di questo genere dove  il primo di questi due scenari è molto più frequente. Ci sono cioè molti più fotografi perfetti dal punto di vista tecnico a cui manca però un contenuto artistico, un messaggio, una visione.

La fotografia è un mezzo altamente tecnologico perchè, a differenza del disegno e della pittura, le altre arti visive più vicine alla nostra, tra il fotografo e il suo soggetto c'è un congegno meccanico (o elettronico), la fotocamera.

Tra il pittore e il suo soggetto, invece, non c'è nulla di meccanico: il rapporto è diretto tra lui e il suo soggetto. Pennelli e colori sono il solo semplice mezzo che usa, il pittore non vede attraverso pennelli e colori e dipinge quello che il fotografo, invece, vede attraverso la sua fotocamera. Pennelli e colori sono solo strumenti usati per trasferire la visione dell'artista sulla sua tela, ma che non possono modificare questa visione..

Il fatto che la camera sia tra noi e il soggetto comporta un certo numero di adeguamenti con cui il pittore non deve avere a che fare. Per esempio: quasi tutte le lenti comportano un qualche tipo di distorsione, aberrazione, offuscamento, cambiamento cromatico, vignettatura e via dicendo. I pittori non devono confrontarsi con queste difficoltà "ottiche" in quanto i loro pennelli eseguono esattamente i tratti tracciati dall'artista.

Certamente necessitano anni di apprendimento per imparare a usare perfettamente i pennelli, ma questi non operano secondo una loro logica interna, così come fanno tutte le ottiche.

Pellicole o sensori digitali introducono un ulteriore numero di variabili come grana, disturbo, alta o bassa risoluzione, pixel, cambio dei colori ecc. Anche in questo caso i pittori non devono fare i conti con tutte queste variabili. Ogni pennellata non deve adeguarsi alla risoluzione e questo consente all'artista di creare immagini di qualunque dimensione, senza doversi preoccupare della perdita di dettagli, della grana, del rumore di fondo ecc.

 





Parimenti ogni pellicola o sensore digitale  ha una ben precisa gamma  di contrasti  e colori. Se questi non sono in sintonia con la luminosità o l'intensità dei colori della scena il prodotto finale soffrirà di gravi manchevolezze.

Anche in questo caso i pittori non devono preoccuparsi di questo: i pennelli non dipendono dalla risoluzione e non hanno nessuna limitazione cromatica o di luce, la pittura sulla tela ha sempre l'esatto valore cromatico e la luminosità scelte dall'artista. Luci e ombre sono esattamente quelle scelte dall'artista, così come il numero e la precisione dei dettagli. Per questo motivo i pittori non hanno bisogno di misurare la luce o preoccuparsi di istogrammi e di bilanciamento del colore, come invece devono fare i fotografi.

Anche la stampa delle immagini introduce un ulteriore numero di cambi in quanto la stampante sostituisce la fotocamera come intermediario tra il fotografo e l'immagine che che si sta trasferendo sulla carta. Ogni tipo di stampante ha i suoi parametri e una propria gamma di colori e contrasti. Inoltre bisogna tener conto dell'allineamento della carta e degli inchiostri.

Ancora una volta vediamo come i pittori non abbiamo questo tipo di preoccupazioni, in quanto il dipinto che eseguono sulla tela non si modifica se non per minimi cambi dovuti al colore che, asciugandosi, può cambiare leggermente la sua tonalità. I colori a olio sono tra i più durevoli, essendo fatti di pigmenti e realizzati con metodi sperimentati in centinaia di anni.

Riassumendo vediamo come i pittori non debbano fare i conti con tutte le problematiche di carattere tecnico che caratterizzano il lavoro del fotografo. Non dipendendo da mezzi meccanici o elettronici che creano la loro immagine, non devono imparare a usarli e a modificare le variabili o le mancanze della camera o della stampante.





I fotografi, invece, devono necessariamente imparare tutto questo e, per qualcuno, la fotografia è tutta qui: imparare a creare fotografie senza difetti tecnici.

Ma così si diventa solo un fotografo tecnico, il che è solo una delle due componenti di un fotografo completo, perchè la buona fotografia consiste appunto dell'abbinamento di scienza (tecnologia) e arte. Focalizzarsi solo sulla parte tecnica, a detrimento di quella artistica, porterà a immagini magari inappuntabili dal punto di vista tecnico, ma assolutamente prive di qualità artistica.

Quindi, cosa deve fare il fotografo ? Semplice: per prima cosa deve iniziare a risolvere tutti i problemi tecnici menzionati e essere così a proprio agio con tutto il processo fotografico, in maniera tale da padroneggiarlo completamente. Questa padronanza permetterà alla creatività di esprimersi senza problemi lasciando la libertà di focalizzarsi sulle valutazioni artistiche, sicuri che gli aspetti tecnici necessari sono soddisfatti.

Il secondo passo è studiare l'arte, ascoltare la propria ispirazione e soprattutto iniziare a pensare e sentire di poter creare immagini che sono risposte emozionali alle scene che avete di fronte, non immagini magari tecnicamente perfette, ma solo rappresentazioni meccaniche di un panorama.

Naturalmente bisogna spiegare meglio come realizzare la parte artistica di questo processo composto di due parti e questo lo farò con un altro articolo. Per ora è tempo di chiudere quello che, altrimenti potrebbe diventare il primo capitolo di un romanzo, invece di un semplice contributo della relazione tra arte e scienza nella fotografia.

Alain