Lakhwar - il villaggio Himalayano
dove la tradizione fiorisce
con tendenze moderne
di Richa Kamboj & Virendra Bangroo
C'è un villaggio, nell'estremo nord dell'India, arrampicato sulle pendici himalayane, che pur radicato nellle sue tradizioni, si apre positivamente al futuro, icona di una nazione dove la convivenza e il contrasto tra antico e moderno fanno parte della quotidianità.
Il villaggio di Lakhwar, situato nella zona di Shivalik, nell'India himalayana, è accessibile dalla strada che da Mussoorie attraversa il villaggio di Kempty verso Chakrata e Tuni, puntando a nord.
L'insediamento si sviluppa sopra una collina, mentre a fondo valle scorre il fiume Yamuna.
In queste zone remote della zona himalayana il rapporto tra l'uomo e la natura è radicato fin dal Medioevo. Montagne, foreste, fiumi, torrenti e sorgenti sono considerati come sacre dimore delle divinità.
La santità attribuita a molti di questi luoghi ha contribuito a preservare il patrimonio ecologico-culturale della regione.
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C'è da notare che la grande disponibilità di acqua sulla collina di Lakhwar probabilmente fu il motivo principale per cui anticamente si stabilirono qui i primi insediamenti. Ci sono sorgenti perenni e anche torrenti stagionali che fluiscono in direzioni diverse durante il monsone. Il terreno del villaggio è tale da trattenere l'acqua, nella residenza di B.S.Chauhan - ad esempio - c'è un piccolo serbatoio che conserva l'acqua per tutto l'anno. Questa cisterna è coperta in maniera tale che l'acqua possa essere utilizzata da tutti gli abitanti del villaggio.
Le vette delle montagne tutt'intorno sono considerate sacre e sono meta di pellegrinaggi. Il picco verso est è la dimora di Devkul devta (devta = semidio per gli induisti), le cime delle montagne verso ovest sono sacre a Mahasu, più precisamente a devta Chalda Mahasu. Verso nord ci sono le cime delle montagne sacre di Bhardraj devta.
Geografia sacra
A Lakhwar, vicino alla casa del capo villaggio, Rekha Chauhan, c'è una piattaforma quadrata rialzata di 3 metri di lato, alta circa un metro e mezzo, costituita da piccole pietre di ardesia. Si tratta di un luogo sacro noto come thaur e vastu. Le donne qui non sono ammesse. Piattaforme sacre di questo tipo, oltre a Lakhwar, si trovano a Sawara, Bisto, Dhanpo, Jankhanoo e nei villaggi dell'Himachal Pradesh.
Gli abitanti non sono stati in grado di spiegare lo scopo di tali piattaforme, che probabilmente venivano utilizzate per i riti e le credenze prevalenti nella regione, prima dell'avvento del culto di Mahasu.
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Feste nel villaggio
Nel villaggio, nel corso dell'anno, si celebrano varie festività. Le principali si svolgono nei mesi di Baisakh, Bhādrapada, Kartika, Magha e Phalguna. Il primo giorno di Baisakh e quello seguente sono dedicati a Chatrmala, che è legato alla dea Kali. Un'altra festa è il 16 di Baishakh, conosciuta come Ganiyat mela.
La festa seguente più importante è quella di Jaghar. Si svolge nel mese di Bhadrapada, in questa occasione il palanchino di devta Mahasu, decorato e tempestato di gioielli, è trasportato sulle spalle fuori dal tempio.
I tamburi scandiscono il tempo del corteo, mentre nel corso di questa cerimonia i devoti si riuniscono nel cortile principale del tempio.
Deepawali è una festa popolare celebrata nel mese di Kartika. Gli abitanti del villaggio dopo la cena visitano le loro fattorie e le celebrazioni iniziano con un grande rogo (fuoco di Bonn). Tutta la gente del villaggio, uomini, donne e bambini, danza intorno al fuoco.
Nel mese di Magha si celebra la festa del cibo. Quasi in ogni casa si festeggia: il montone, pecore e capre sono sacrificati e la carne cucinata. Gli abitanti invitano i loro vicini di casa per la festa che continua per tutto il mese. Infine la festa di Holi è celebrata nel mese di Phalguna.
Un buon numero di giovani del villaggio attualmente lavora in pianura, dove le possibilità economiche sono migliori per tutte le professioni. Nonostante l'allontanamento questi giovani hanno radicato una fede profonda nei loro rituali e nelle celebrazioni tradizionali. Ovunque si trovino, in queste occasioni, si impegnano a visitare il loro villaggio, amici e parenti.
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Il culto di Mahasu
La divinità più venerata nella regione di Jaunsar-Bawar, nell'Uttarakhand, è Mahasu. Templi a lui dedicati si trovano quasi in ogni villaggio, nonché nella fascia himalayana dello stato adiacente dell'Himachal Pradesh. Anche a Lakhwar c'è un magnifico tempio di Mahasu devta.
Mahasu Devta ha le sue origini nel Kashmir. C'è una leggenda popolare che racconta come la divinità sia arrivata a Jaunsar-Bawar dal Kashmir. Secondo la credenza locale prevalente in questa regione le divinità sono quattro, quattro fratelli, conosciuti come Mahasu Devtas, vale a dire: Basik, Pibasak, Buthya e Chalta che vennero dal Kashmir circa quattro o cinquecento anni fa.
Secondo il folklore, nei giorni del tempo antico, un bramino di nome Huna Bhattt visse con la sua grande famiglia in un villaggio chiamato Maindrath.
Il malvagio Kirbir Dana (dana = demone) ogni giorno si cibava di uno dei membri della sua famiglia, fino a che Huna, con tre figli e una figlia, fuggì nelle foreste dello Yamuna. Una notte Mahasu Devta gli apparve in sogno e lo consigliò di procedere fino al Kashmir, dimora dei quattro Mahasus e, con il loro aiuto, distruggere Kirbir Dana.
Così Huna partì per il Kashmir e giunse al luogo dove giaceva addormentato il guardiano dei Mahasu che gli diede istruzione su come trovarli attraversando le foreste di Ghagli e Kanani Tal nel Kashmir. Huna seguì le indicazioni del guardiano e raggiunse i Mahasu appellandosi a loro per aiutarlo.
I Mahasu gli promisero il loro supporto per distruggere Kirbir. Chalta Mahasu gli diede una manciata di riso, un vaso di terracotta e il suo bastone. Huna doveva battere col bastone per terra per far scaturire dell'acqua per cucinarsi il riso. Questo gli avrebbe anche confermato che godeva ancora dell'appoggio dei Mahasu. Gli fu anche detto di gettare un po' di riso nel fiume Tons, per proteggersi da Kirbir, e di arare il suo campo usando una giovenca, assicurandosi che l'aratro fosse condotto solo da uno scapolo.
In questo modo l'aratro si sarebbe trasformato in oro e il suo prodotto in argento. Su cinque solchi arati, egli avrebbe trovato cinque idoli di pietra dei quattro Mahasus e della loro madre, Deolari.
Huna seguì le indicazioni: nel primo solco apparve Basik, con la coscia trafitta, quindi trovò Pawasi, con un orecchio ferito, poi Botha con un occhio ferito. Chalda apparve intatto, quindi in grado di muoversi; probabilmente questo è il motivo per cui gli altri tre fratelli, che per le ferite non si possono spostare, si trovano solo nei templi dedicati specificatamente a loro, mentre Chalda compare praticamente in tutti.
Il figlio più giovane di Huna divenne un Deopujari (prete), il secondo un Rajput (guerriero) e il terzo un musicista.
Kirbir Dana fu ucciso da Kalu Bir, il supervisore di Mahasu, che appese la sua testa nel tempio.
Così la leggenda spiega la nascita di questo culto nella regione, culto che si è allargato anche nelle zone vicine. Durante una visita a Thadiyat, nel distretto di Uttarkash, sul fiume Tons, ad una certa distanza da qui, abbiamo verificato che era in costruzione un tempio dedicato a Chalda Mahasu.
Oltre ai quattro fratelli Mahasus, il pantheon di queste divinità è composto dalla loro moglie poliandrica, Natari, e dalla loro madre Deoladi, cui hanno dedicato un tempio a Maindrath.
I Mahasus hanno assistenti chiamati birs-Kapal, Kaulu, Kailath e Shedkulia. Costoro, a loro volta, hanno quattro balyayinis (aiutanti femminili).
Secondo un'altra leggenda legata alla tradizione brahmanica, Mahasu Devta potrebbe essere una divinità Nag: un uomo stava arando un campo nella zona di Bucan, quando improvvisamente gli apparve un serpente che gli disse di essere mandato dalla divinità chiamata Mahasu Devta e gli chiese di costruire una sua immagine. In seguito gli avrebbe rivelato le leggi che dovevano essere seguite.
Secondo un'altra leggenda il guardiano avrebbe detto a Huna che dopo aver attraversato la foresta di Ghagti "... successivamente avrebbe dovuto raggiungere Kanani Tal, il lago di Kanana, dove avrebbe dovuto sputare e gettare a terra alcuni dei suoi capelli. Se la saliva si fosse trasformata in molluschi (Cypraeidae) e i suoi capelli in serpenti, avrebbe saputo che era arrivato nella terra miracolosa del Kashmir."
Anche in questo caso troviamo un chiaro riferimento ai serpenti.
Si crede anche che Mahasu sia una manifestazione tantrica di Maha Shiv. La storia socio-culturale è piena di esempi del genere: quando i nomi originali si sono via via trasformati e loro forme distorte sono diventate popolari. Inoltre, nag (o un serpente) è spesso raffigurato con Shiva e poichè l'elemento nag è presente nel culto di Mahasu questo suggerisce qualche legame tra le due divinità.
L'architettura moderna del tempio di Mahasu
Il tempio di Mahasu a Lakhwar, che propone squisite decorazioni in legno, è stato ricostruito in periodi diversi.
Il complesso attuale contiene una sala al piano terra e un balcone circolare che si affaccia sul primo piano.
Al piano superiore ci sono gli altari delle divinità, per raggiungerli ci sono scale separate per salire o scendere. L'edificio originale era in stile Phari interamente costruito con materiale e stile locale.
L'antico tempio di Mahasu a Lakhwar (a sin.) e la nuova costruzione (a dxt.)
Il tempio attuale è di costruzione recente e la sua struttura assomiglia molto a quella di una pagoda buddista. Al secondo piano si trovano i due altari dove le divinità sono collocate sui lati della grande sala di riunione.
L'altare adiacente alla scala è dedicato a Mahasu Botha devata mentre quello sull'altra estremità venera Chalda Mahasu. L'arco in legno dell'accesso all'altare di Mahasu Botha è scolpito con alcune scene di derivazione Ramayan, cioè Jayant sotto forma di corvo (figlio di Indra) mentre morde i piedi di Sita per testare la forza di suo marito Ram che per vendetta lo ucciderà con una freccia. Il corvo è scolpito con collo insolitamente allungato, dando quasi l'impressione di essere un cigno. Altre scene ritraggono la contesa Bali-Sugriv, Lord Ram che porge il suo anello ad Hanuman come prova della sua identità, Ravan con le sue armi in mano, Sursa che impedisce ad Hanuman di entrare a Lanka.
Lo stipite della porta ad arco del tempio è scolpito con le immagini del pantheon brahamánico: Laxmi, Saraswati, Shiv, Durga dalle quattro braccia a cavalcioni del suo leone Vahan, Shiv con il suo vahana (veicolo) Nandi (il toro), Laxmi–Narayan, Laxmi Ganesh, Krisna mentre suona il flauto ecc.
Le divinità sono state raffigurate con grande raffinatezza, perfezione, delicatezza e naturalezza, rendendo eccezionale questo edificio religioso, in questa regione, anche se manca il fervore nativo.
All'interno dei due altari sono collocate le sculture di marmo dei rispettivi di Mahasu devatas (divinità). L'arco in legno del telaio della porta della sala è decorato principalmente con motivi floreali e faunistici e alcune immagini di divinità indù, come Krishna, che suona il flauto.
La caratteristica che rende questo tempio particolarmente interessante, rispetto ad altri in legno, tradizionali nelle regioni Jaunsar-Bawar e Rawain, è la modernità delle sculture eseguite con uno stile importato dalla pianura.
La divinità principale è raffigurata in marmo bianco, come si vede di solito nei moderni templi indù, in contrasto con la pratica tradizionale di installare volti di metallo (ottone) o argento.
Bhrama (a destra) e Saraswati (sin.) nel tempio di Chalda Mahasu
Non è esagerazione affermare che nel tempio, non c'è quasi nessuna componente in legno che non sia finemente intagliata. Il tempio, infatti, è un esempio unico di intaglio in legno eseguito con grande raffinatezza e perfetto stile contemporaneo.
Lo studio di questi intagli rivela episodi che riguardano la vita delle divinità Pauranic, le loro diverse incarnazioni sono raccontate con profusione rivelando la popolarità e la venerazione che li hanno caratterizzati, in queste regioni, fin dall'antichità.
Il pannello centrale del telaio della porta ad arco del salone delle riunioni, al primo piano, è scolpito con Navdurgas affiancato dall'immagine della dea Durga su entrambi i lati.
In questo contesto è degno di nota osservare l'immagine di Maria Maddalena scolpita su uno dei pannelli della porta del tempio insieme ad altre divinità Brahaminiche scolpite sul resto dei pannelli. Inoltre abbiamo anche notato sul telaio della porta ad arco l'immagine scolpita di Sai Baba.
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I villaggi: unità autosufficienti ed indipendenti
I villaggi in India erano unità indipendenti ed erano auto-sufficienti. Le risorse disponibili nella propria zona venivano utilizzate per la sopravvivenza quotidiana. Le comunicazione erano difficili e come tali furono lasciate per lungo tempo facendo sì che la tecnologia si evolvesse nel corso dei secoli solo a livello locale, col materiale disponibile.
L'evoluzione della e tecnologica, in varie discipline, è stato stato un patrimonio di conoscenze passate da una generazione all'altra e nel tempo anche perchè le attività specializzate divennero ereditarie.
In passato la principale esigenza di Lakhwar, anche se autosufficiente, era il sale che veniva barattato con i cereali e i legumi coltivati nel villaggio. Le materie prime come ferro e ottone, per la fabbricazione di attrezzi agricoli, venivano importate. La vasta gamma di articoli da cucina veniva acquistata nella pianura sottostante. I lavori quotidiani sono sempre stati eseguiti da abili artigiani e questo continua ancora oggi.
Balbir Singh Chauhan è il muratore specializzato. Jai Bhagwan e Vinod Chauhan sono abili nel lavoro del legno. Balijain, della casta Lohar, è il fabbro. Ci sono anche molti abitanti del villaggio che effettuano trattamenti a base di erbe. Alcune delle anziane signore del villaggio preparano questi medicamenti per i disturbi, come mal di stomaco, malattie della pelle, problemi agli occhi e diabetici.
Cultor - Dipartimento Studi Orientali