Il Buddha cosmico
un'antica statua ci proietta nel futuro
Le suggestioni del passato sono altrettanto affascinanti dei progressi tecnologici che permettono a ricercatori come Vince Rossi, coordinatore della digitalizzazione 3D allo Smithsonian Institute, di creare repliche esatte di antichi manufatti, permettendo così a tutti, nel mondo, di studiarli ed ammirarli nella loro completezza.
La statua del Buddha custodita alla Freer Gallery è stata oggetto di una ricerca che ha permesso di riportarne alla luce tutte le sue caratteristiche, rendendole disponibili a tutti attraverso il web.
Come tutti i Buddha (esseri completamente illuminati), questa figura di pietra, a grandezza naturale, è avvolta in una semplice veste da monaco. Ciò che rende questo oggetto eccezionale è il dettaglio delle scene narrative che coprono completamente la sua superficie, come una magica emanazione dall'interno della scultura. Molte delle illustrazioni si basano sulla vita del Buddha storico, che porta alcuni studiosi ad identificare questa figura come lo stesso Shakyamuni. Altri sostengono che rappresenti Vairochana, il Buddha cosmico, che è misticamente legato o Shakyamuni. La raffigurazione dei "Regni dell'esistenza" buddhista, una mappa simbolica dell'universo buddhista, sulla parte anteriore della figura, può convalidare questa seconda identificazione.
Il "Buddha cosmico" probabilmente è stato realizzato nella Cina settentrionale tra il 550 e il 600 D.C., un periodo di grande vitalità per il buddismo cinese, durante il quale la fede, che godeva del patrocinio imperiale, era seguita da tutti gli strati della società.
Le scene accuratamente riprodotte riflettono la crescente sofisticazione dell'arte buddista, con i suoi elementi paesaggistici stratificati, mentre diagonali e punti di fuga trasmettono un senso di spazio sfuggente in lontananza. Piccole tracce di pigmento rimaste sulla superficie suggeriscono che l'intero pezzo in origine era colorato.
Ogni centimetro del "Buddha cosmico" è pieno di intricati bassorilievi che raffigurano una "mappa concettuale" del buddismo: i sei regni dell'esistenza, dal regno celeste del Deva verso l'alto fino agli inferni, caldi e freddi, dei morti in fondo.
Sebbene la scultura si presenti come una figura umana vestita, Keith Wilson curatore della Freer Gallery, crede che le scene di superficie devono essere interpretate non come trame tessili ma come "emanazioni dal dentro," in armonia con la natura cosmica di Vairochana. Questo spiega perché le scene si mescolino in modo contiguo, organicamente, senza confini chiari tra di loro.
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Tradizionalmente un oggetto come il "Buddha cosmico" potrebbe essere studiato solo attraverso l'osservazione diretta, con gli sfregamenti della superficie per far ricomparire le immagini o con fotografia; il nuovo metodo di imaging, al contrario, mantenendo le caratteristiche di lavoro del 3D, è completamente non invasivo e permette ai ricercatori di vedere cose che non possono essere osservate ad occhio nudo.
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"Con il processo di scansione, sono in grado di mappare l'intera superficie" dice Wilson. "Questo mi ha permesso di vedere quali erano i confini delle scene, analizzare il contenuto dei particolari... e rendere queste informazioni accessibili a visitatori e studiosi."
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Alcuni aspetti della scultura rimangano avvolti nel mistero. Nessuno sa chi la commissionò, dove è stata scolpita o scoperta, e come le mani e la testa siano stati persi. Ma con l'aiuto della tecnologia del XXI secolo, gli studiosi saranno in grado di scoprire di più del suo antico universo.
Wilson ritiene che il "Buddha cosmico" fosse una scultura di insegnamento, probabilmente utilizzata in un monastero. "Le scene sono così complicate e le fonti sono così diverse che richiedono davvero un narratore per spiegare ciò che viene mostrato".
Per esaminare la statua in 3D assicurarsi che il vostro browser utilizzi la tecnologia WebGL
quindi collegatevi al sito 3D dello Smithsonian:
http://3d.si.edu/explorer?modelid=44&reader=true
Questo video è il risultato del lavoro dello Smithsonian Institute 3D imaging team, che ha scansionato la scultura, per creare visualizzazioni 3D precise da ogni angolazione. Queste immagini sono state cucite insieme digitalmente e caricate nel software che permetterà agli studiosi di spostare, illuminare e manipolare l'oggetto in modi che sono fisicamente impossibili.