Arte come terapia:
la forza del ripristino dell'immaginazione
A cosa serve l'arte? Basterebbe già dire che "L'arte guarisce" e "l'arte salva",
ma c'è una risposta molto migliore.
Artist Trading Card di C. Malchiodi |
Sto preparandomi ad una serie di lezioni, sia per classi di studenti che per laureati, e per un giro di conferenze a concorsi d'arte. La preparazione per questi tipi di eventi mi fa sempre ritornare ad una domanda essenziale che è il fondamento dell'arte come terapia: a cosa serve realmente l'arte? Il fatto di essere anche io un'artista visiva mi ricorda che la maggior parte dei miei colleghi artisti non fa arte solo per i soldi; facciamo arte per un sacco di altri motivi e ci sentiamo fortunati se vendiamo un'opera di tanto in tanto. |
Infatti, se si chiede alla maggior parte degli artisti perché continuano a lavorare a qualcosa che non paga nemmeno per soddisfare le esigenze del livello più basso della scala di Maslow, dicono spesso, "l'arte mi guarisce" o "l'arte mi ha salvato la vita".
Io non respingo queste affermazioni sul potere dell'arte, ma penso che ci sia una risposta molto migliore, sul perché molti di noi, esseri umani, siamo indotti a fare arte e perché tutti dovrebbero considerarla come una pratica di benessere.
Il guru del neurosviluppo, Bruce Perry, nota che le arti e il gioco fanno parte, in qualche misura, di ogni cultura, sono noti a tutti, e sono associati con gli aspetti neurologicamente normalizzanti della vita. Perry, uno psichiatra che ha lavorato con i bambini le cui vite sono state distrutte da traumi multipli, è un sostenitore di esperienze sensoriali come la musica, la pratica artistica e il movimento che tendono a ristabilire l'attaccamento e la sincronizzazione con l'ambiente.
Ma la collega Ellen Dissanayake, una etologa evolutiva, risolve davvero il valore fondamentale dell'arte e come l'arte sia davvero un fenomeno "specie-centrico" con ampio impatto sulla sopravvivenza umana.
Secondo Dissanayake, si riassume in quattro aspetti:
1) Rende la vita speciale. Anche se la produzione artistica continua ad essere sostenuta da una società commerciale, le arti c'erano prima che gli fosse appiccicato un valore monetario. "Rendere speciale" si riferisce alle esigenze degli umani per abbellire, decorare e personalizzare. Nelle arti visive, questo può significare la creazione di un design esteticamente piacevole su qualcosa di utilitaristico o semplicemente voler avere immagini più attraenti nella propria vita. Dissanayake osserva anche che la sopravvivenza umana è legata alle arti. Ad esempio, gruppi che fanno cose speciali attraverso le arti hanno più interazioni e cerimonie unificanti. Nei periodi precedenti della storia umana, questi gruppi sono stati in grado di sopravvivere più a lungo rispetto a quelli che non si sono impegnati ad utilizzare le arti in questo modo.
2) Coinvolge i sensi. Le arti sono risultate un modo di essere salutare. In altre parole, aiutano gli esseri umani a sentirsi bene. Probabilmente prima che le arti venissero usate per realizzare cose "speciali", gli esseri umani hanno goduto la soddisfazione del ritmo, della novità, dell'ordine, del colore, del movimento del corpo e del gioco. In breve, le arti ci coinvolgono perché la loro esperienza sensoriale ci aiuta a sentirci meglio. Le ricerche di arte-terapia, terapia con musica e danza, terapia del movimento stanno iniziando a sostenere la teoria di Dissanayake, cioè che coinvolgere i sensi mediante le arti ha un effetto potente sul corpo e sulla mente, sulle percezioni fisiche e sulla cognizione.
3) Coinvolge i rituali. I rituali nelle arti hanno fatto parte della storia umana fin dall'inizio. Ci sono rituali di arte sacra (i mandala di sabbia tibetani (nella foto a fianco) e i totem dei nativi americani, per esempio) e quelli non-sacri. L'origine di queste attività è sia sacra che profana, ma in entrambi i casi è basata sulla sopravvivenza perché queste attività ci aiutano a rendere il senso della vita così come a ridurre le inevitabili sollecitazioni della vita. I rituali danno anche spazio alla fantasia e sono un modo per trascendere le circostanze difficili e le tragedie come i disastri, la malattia e la morte.
4) Migliora la Comunità. L'arte è creata per essere condivisa con gli altri e ci impegna in una comunità anche quando il nostro rapporto con l'arte è profondamente personale. Questo impegno comune ci riporta al concetto di "la salvezza sta nel gruppo" e al moderno concetto psicologico di sostegno sociale che è ampiamente accettato come un fattore chiave per la capacità di far fronte, in maniera positiva, agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. Quando agiamo di concerto per condividere un'esperienza culturale attraverso l'arte, spesso lo facciamo per ricordare insieme celebrare o commemorare questioni importanti della vita. Nel campo delle arti curative, la ricerca sottolinea sempre di più che fare arte in gruppo (con i programmi delle comunità artistiche o impegnarsi in gruppi di danza o musica) è un fattore importante nel recupero fisico e psicologico.
Le frasi "l'arte guarisce" e "l'arte salva" si sentono sempre più spesso e continueranno a circolare. Come qualsiasi slogan popolare, contengono un significato veritiero; in questo caso il reale scopo dell'arte è spesso dimenticato.
Dipingere un quadro curerà ciò che vi affligge nel lungo periodo? Cantare quella canzone allegra risolverà completamente la tua depressione? Non è probabile, ma è provato che l'arte serva ad uno scopo più grande quando si tratta di salute.
Essendo coinvolta direttamente nel business dell'"Arte curativa", non negherò che sono contenta di sentire qualcuno che scopre il potere dell'arte di riparare e ripristinare il corpo e la mente.
Ma gioisco anche ricordando che cosa dice Dissanayake: "L'arte è un comportamento normale e necessario degli esseri umani e come altre occupazioni comuni e universali come parlare, lavorare, fare esercizio, giocare, socializzare, apprendere, essere amorevole e premuroso, dovrebbe essere riconosciuto, incoraggiato e sviluppato in tutti".