Shodo - Calligrafia Giapponese
a cura di Yuko Halada

Shodo e' l'arte giapponese della calligrafia. Derivata dalla corrispondente arte cinese (shūfǎ, 書法), nota in Corea come seoye (서예, 書藝) e in Vietnam come Thư Pháp (書法). La parola Shodō e' formata da due ideogrammi 書道 che significano rispettivamente "arte della scrittura" e "via, percorso morale, insegnamenti di vita".

E' una disciplina artistica e morale che richiede un lungo apprendistato e un continuo esercizio. In Giappone e' la base per la pittura, infatti le due arti sono fondate sugli stessi principi e usano gli stessi strumenti. Entrambe sono basate sullla padronanza del tratto, l'immediatezza del gesto, la continuità del ritmo, il controllo della forza impressa sul pennello e non accettano ritocchi o correzioni.


Yuko Halada Sensei e' nata a Hokkaido, in Giappone. Fin dalla piu' tenera eta' ha imparato le arti tradizionali giapponesi: calligrafia, la cerimonia del the, la disposizione dei fiiori e vari strumenti musicali. Queste esperienze hanno raffinato la sua consapevolezza spirituale e la sua sensibilita' artistica. Dopo essersilaureata al Seika College di Kyoto, nel 1984 si e' trasferita negli Stati Uniti dove ha continuato la sua formazione al Clifton Business College. Ha inoltre approfondito il suo coinvolgimento con l'arte giapponese tradizionale e moderna, concentrandosi sul Shodo ma coltivando anche la ceramica, l'Ikebana, il taiko, l'Aikido, il visual design e la danza. Ha anche affinato le sue capacità didattiche come insegnante di giapponese e la matematica.

Il suo sito:

Japanese Calligraphy in Zen Spirit

Per esprimere le sue versatilita' artistiche e le sue esigenze spirituali Solana ha scelto lo Shodo, formandosi alla scuola del maestro Sakushu Sensei e sviluppando un approccio Zen alll'arte della calligrafia.

Quello che vediamo sul foglio non e' solamente la parola, ma la sensazione che forma e tratto trasmettono, attraverso i nostri occhi, giungendo al nostro intimo.

"Non mente": Il concetto di spirito Zen, disinteressata Creatività

Ki o Qi (energia spirituale Yang)

Shodo, arte della calligrafia giapponese, e' una forma espressiva profondamente spirituale che ha una tradizione di centinaia di anni e che ha caratterizzato la vita delle persone per centinaia di anni in tutta l'Asia.

Non si tratta solo di un semplice esercizio di bella scrittura ma e', una delle piu' antiche e importanti forme d'arte di tutto l'Oriente.

Il termine Sho Do significa letteralmente la via (Do) della scrittura (Sho). Nella cultura orientale il termine "Via" rappresenta un percorso di crescita interiore che consente di conoscere meglio il mondo in cui viviamo.

La missione della Calligrafia Giapponese, secondo lo spirito Zen, e' di aiutare le persone a raggiungere una miglior sintonia con la parte piu' profonda del loro essere. Tanto piu' questa sintonia viene realizzata, tanto maggiore e' la felicita' personale. Per conseguire questo risultato bisogna cercare di eliminare il proprio ego e studiare.

La "Non mente" della zona, e' un concetto del Buddismo zen, che mi consente di trasmettere l'energia attraverso il mio essere al pennello, per creare Shodo che incorporano i messaggi che fluisce un'energia superiore. Quando le persone vedono queste realizzazioni ricevono, consciamente o inconsciamente, questi messaggi e percepiscono il senso interiore della scrittura: questo puo' portare ad un cambiamento positivo nella loro consapevolezza e nelle loro intuizioni.

Un grande calligrafo e poeta diceva: "Lo spirito deve essere tondo e il principio con cui si scrive e' il cerchio". I gesti del calligrafo, infatti, si compiono su percorsi circolari, senza soluzione di continuita', immediati e ritmati. Questo richiama il costante e ininterrotto fluire della vita, nel suo naturale mutare.

Vedi anche Enso

Shodo, o arte della calligrafia giapponese, e' un'arte antica, diversa da qualsiasi altro lavoro creativo. La differenza sta nel fatto che si focalizza su semplicita', bellezza e, soprattutto, sulla connessione mente-corpo.Nonostante le sue differenze da cio' che la maggior parte delle persone definiscono come arte, la vera calligrafia e' ottenuta applicando proprio gli elementi di base dell'arte, in particolare linea, forma e spazio. L'elemento essenziale e' padroneggiare le linee. La loro forma, infatti, aiuta a visualizzare l'effetto desiderato. Spesso la linea e' tracciata con una particolare attenzione sull'amore, la determinazione o la positività. Questi sentimenti spesso possono influenzare il tipo di linea che segue. In simbiosi con la Linea, e' importante conoscere la Forma, un altro aspetto determinante nella creazione di qualsiasi simbolo giapponese. Dato che la calligrafia e' realizzata con gesti ampi e circolari e tecniche di trascinamento e pressione del pennello, non vengono usati schizzi o disegni guida.on delinea o disegno è sempre usato. Nella creazione di simboli, specialmente nella calligrafia cinese, la natura e' un tema di rilievo. Forme organiche come gli alberi, foglie e i fiori sono soggetti comuni per gli artisti cinesi o giapponesi. Poiche' la cultura che supporta la calligrafia e' incentrata sulla bellezza e la meraviglia della natura, raramente vengono dipinte forme inorganiche come figure geometriche oppure oggetti creati dall'uomo.

Abbondanza con Iris

La calligrafia Zen

Il filosofo giapponese Nishida Kitaro (1870-1945) riteneva che la vera creativita' non e' il prodotto della coscienza, ma piuttosto il "fenomeno della vita stessa". La vera creazione, ha affermato, deve risultare da una mu-shin, lo stato di "non mente", in cui non contano il pensiero, le emozioni, e le aspettative. La vera abilita' nella calligrafia Zen non e' il prodotto di una pratica intensa, ma si ottiene con lo stato della "non-mente", un elevato livello di spiritualita', e un cuore libero da disturbi. Per scrivere caratteri calligrafici Zen che trasmettano veramente un significato profondo, ci si deve concentrare intensamente e immedesimarsi con il significato dei caratteri che si creano. A tal fine, si deve liberare la mente e il cuore da ogni distrazione e concentrarsi solo sul significato del carattere. Diventare una cosa sola con quello che si crea questa, questa in sostanza, e' la filosofia della calligrafia Zen.

Sogno e Visione

Armonia e Umilta'

Shodo: le origini storiche

Shodo ha origine in Cina, dove oltre 3.000 anni fa pittogrammi furono scolpiti su gusci di tartaruga e ossa di mucca, come parte delle cerimonie religiose. In seguito alcuni iniziarono ad incidere queste stesse pittografie su bronzo e altri metalli. Nel complesso, i primi tipi di caratteri utilizzati comunemente mancavano dell'uniformita', in termini di dimensioni e forma, che hanno oggi i caratteri Shodo. Tuttavia servirono come origine pittorica dei caratteri comunemente in uso oggi. Dall'inizio del XIII secolo aC fino al IV secolo aC, la grande varieta' di simboli in uso in Cina si consolido' in una forma di carattere chiamato daiten (scrittura del grande sigillo). Sotto la dinastia Ch'in (221-206 aC), i funzionari governativi standardizzarono ulteriormente i caratteri; da quel punto noti come shoten (scrittura del sigillo minore), che e' ancora oggi di uso comune per i sigilli su documenti ufficiali. Durante la Dinastia Han (206 aC - 220 CE), shoten, è stato ulteriormente sviluppato in reisho (scrittura dello scriba), caratterizzato da pennellate orizzontali in grassetto. Dopo l'elaborazione di reisho venne sosho (scrittura dell'erba), che ha preceduto kaisho (scrittura standard) e gyosho (esecuzione di scrittura), le forme di caratteri piu' comunemente utilizzate oggi. Kaisho può essere pensato come un "blocco" di stile di carattere di scrittura, mentre gyosho può essere pensato come una forma di "corsivo" o "script". Sosho, (200 A.C. - 590 D.) raggiunge il massimo grado di naturalezza e fluida' del movimento della mano, tuttavia, e' scritto in modo semplice e simbolico difficilmente comprensibile per occhi poco allenati. Dato che le lettere nello Shodo hanno avuto origini in Cina, in giapponese sono denominate kanji, che significa letteralmente "Han lettere" (per la Dinastia Han in Cina). I giapponesi hanno raffinato i caratteri cinesi sosho caratteri semplificandoli ulteriormente per creare il set di caratteri hirigana. Oggi la scrittura giapponese e' principalmente una miscela di kanji e hirigana.

 



I Materiali

Bunchin: fermacarte, di legno o di metallo.
Shitajiki: panno assorbente, solitamente nero, da mettere sotto il foglio per assorbire l'inchiostro e per avere una superficie di lavoro morbida.

Hanshi: foglio di carta molto sottile, speciale per la calligrafia.
Susuri: pietra concava con acqua, serve a sciogliere il sumi.
Sumi: barretta solida di inschiostronero, deve essere sciolta in acqua nel Sukuri.
Fude: pennelli, di forma e grandezze diverse a seconda dello stile. Solitamente sono due: uno piu' grande per i caratteri e uno piu' piccolo per scrivere il nome dell'artista.



Estetica Shodo

* Equilibrio naturale sia nei singoli caratteri che nella composizione nel suo insieme;

* Le linee dritte devono essere forti e chiare;

* Le linee curve devono essere delicate e mobili;

* La quantita' d'inchiostro sul pennello deve essere uguale in tutto il lavoro;

* L'intero lavoro deve avere un ritmo costante.


Shodo puo' essere interpretato come musica. Lo scritto e' come una partitura e il calligrafo come un solista: ognuno cerca di interpretare la partitura e di produrre un'interpretazione memorabile.


Il pennello traduce in tratti i gesti dell'artista. I suoi segni possono essere decisi o incerti, rapidi o pacati, delicati o spessi, in ogni caso sono frutto della sua "energia vitale", del suo qi o ki .
Questa forza non e' solo nei segni singoli, ma pure nei rapporti che li collegano. Scrivendo un carattere si propone la rappresentazione di un'idea, ma lo Shodo vuole trasmettere soprattutto la relazione che s'instaura tra l'"energia vitale" del calligrafo e l'"energia vitale" che il carattere possiede. In parole povere ogni singolo carattere permette di fotografare lo stato d'animo dell'artista almomento della sua creazione.
I tratti sulla carta sgorgano dal suo intimo, la forma che ne scaturisce, costruita su rapporti di proporzioni, ritmi, equilibri, pieni e vuoti, ecc. e' come un sismografo che registra su carta i mutamenti dell'animo dell'artista.


Stili Shodo:

* Tensho - (1500-200 ac) stile del sigillo, piu' antico e formale, usato ancora oggi per incidere i sigilli.

E' realizzato con linee orizzontali e verticali per bilaciate elementi simmetrici tra destra e sinistra. Col passare degli anni, questi caratteri si sono allungati leggermente in verticale.

* Reisho - (200 ac - 250 dc) stile piu' sintetico detto "dei funzionari".

La simmetria tra destra e sinistra comincia a scomparire e il simbolo diventa piu' piatto.

* Sosho - (200 ac - 590) stile corsivo, più veloce ed estremamente sintetico con la riduzione all'essenziale

raggiunge il massimo grado di naturalezza e fluidita' del movimento della mano.

* Kaisho - stile stampatello, caratteri quadrati e angolari.

E' la scrittura standard della Sesta Dinastia. E' bilanciata diversamente del Tensho e dello Reisho. Molti caratteri tendono ad assumere una forma squadrata.

* Gyosho - stile semi corsivo

Scrittura semicorsiva della Sesta Dinastia. E' stato sviluppato insieme al Kaisho per avere una scrittura piu' informale e veloce.

La scrittura in Giappone

In Giappone attualmente vengono utilizzati tre diversi tipi di scrittura: lo hiragana (平仮名), il katakana (片仮名) e i kanji (漢字). I primi due costituiscono la scrittura giapponese fonetica, detta kana, il terzo e' rappresentato dai caratteri ideografici di origine cinese, generalmente non dissimili da quelli utilizzati sul continente.

Fin dal periodo Nara (710 - 794) l'uso fonetico dei caratteri cinesi fu molto diffuso soprattutto nei testi poetici (che contenevano poche parole derivate dal cinese). Utilizzati in modo non ideografico, i caratteri cinesi venivano chiamati genericamente kana (lett. "nome assunto" o "nome attribuito", poiche' venivano usati in un modo che non corrispondeva al significato originale dell'ideogramma) oppure Man'yoshu (con questo sistema di scrittura fu compilata la prima antologia di poesie in giapponese: Man'yoshu).
Attualmente il termine kana e' usato solamente per indicare le forme semplificate di caratteri, cioe' gli hiragana e i katakana.

Confronto tra forme rette (kaisho), semicorsive (gyosho) e corsive (sosho) dei tre kanji utilizzati per rappresentare i suoni ka, ke e ha, che hanno dato origine agli hiragana corrispondenti

 



Il Katakana raggruppa 45 segni di base originati dal Kanji ma molto semplificati nel corso dei secoli. Anche i tratti risultano piu' angolati.

Lo Hiragana e' facilmente distinguibile dal katakana per la sua forma corsiva, con tratti arrotondati, ben diversi dalle forme rigide del Katakana.

Nello hiragana, come nel katakana, ogni carattere non corrisponde esattamente ad un fonema vocalico o consonantico, come avviene in molte lingue occidentali scritte con alfabeti, ma a un'intera sillaba.

I Kanji (漢字 "caratteri Han") derivano dalla scrittura cinese, che dopo essere stataintrodotta in Giappone porto' mutamenti sostanziali alla lingua locale. In generale i caratteri si usano per rappresentare le parti morfologicamente invariabili delle espressioni giapponesi (come i semantemi).


Estetica - Spontaneita' dell'Arte giapponese: il concetto di Shibusa
Enso il cerchio Zen dell'Illuminazione


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