Creazione e valutazione artistica nella Fotografia Comprendere cosa rende "buona" una fotografia ed imparare ad usare questa conoscenza
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L'autore:
Charles S.Johnson Jr. ha insegnato chimica fisica presso l'Università dell'Illinois, alla Yale University e alla University of North Carolina.
Ha pubblicato circa 150 saggi sulla risonanza magnetica e sullo scattering della luce laser, oltre a libri su questi argomenti e sulla meccanica quantistica.

Il suo interesse per la fotografia risale al 1950; tuttavia, per molti anni la sua carriera scientifica ha lasciato poco tempo alla fotografia. Ora sta facendo uso del suo background scientifico di ricerca per scrivere sulle basi fisiche e psicologiche della fotografia. Il suo ultimo libro "Scienza per il fotografo curioso" include approfondimenti su luce e ottica, sui sensori e sul sistema visivo umano. Inoltre, fornisce spiegazioni sulla percezione umana del colore, l'apprezzamento dell'arte e le limitazioni cognitive.

 

 



 

 

 

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Creazione e valutazione artistica
nella Fotografia - 2° parte

Comprendere cosa rende "buona" una fotografia
ed imparare ad usare questa conoscenza

 

di Charles S. Johnson

 


Grazie alla collaborazione dell'autore, Charles S. Johnson, e dell'editore, Taylor & Francis Group, questo articolo è stato tradotto per Cultor, dal libro: "Scienza per il fotografo curioso: un'introduzione alla scienza della fotografia" di Charles S. Johnson, Jr., 2010, © A K Peters, Ltd - Sezione 4 nel capitolo 18, "La creazione e l'apprezzamento dell'arte nella fotografia". Il libro è disponibile anche su Amazon.com.


Consulta la 1° parte:
Ricerca sulla fotografia e su come il cervello percepisce le immagini


 

Perché le immagini ci attirano o ci disturbano?


Andiamo al nocciolo della questione: perché di fronte ad un'opera d'arte reagiamo in maniera particolare?
Consideriamo questi suggerimenti:

Rappresentazioni e ricordi di esperienze stimolanti: l'arte figurativa certamente ci ricorda persone ed eventi. Cibo, giochi, combattimenti e persone attraenti sono presenti da sempre nell'arte popolare. Questo porta alla mente la fotografia documentaristica, che ha un impatto ed evoca sensazioni. Ad un livello più profondo tutta l'arte rappresenta la natura ed alcune caratteristiche delle immagini, universalmente soddisfacenti, rivelano il nostro passato evolutivo. Infatti i paesaggi naturali sono quelli preferiti, soprattutto quelli ancestrali come la savana africana. Inoltre, le immagini di oggetti naturali come alberi, nuvole e montagne rivelano spesso modelli che si ripetono, anche aumentando l'ingrandimento. Per esempio le coste possono avere un aspetto simile, quando viste da varie altezze. La complessità e la struttura di queste immagini può essere simile a quella dei frattali e questo porta al fatto che gli osservatori preferiscano immagini che hanno la dimensione frattale della natura, anche per soggetti come lo skyline di una città.

Stimolazione sessuale, palese o subconscia: al livello più semplice le immagini possono ricordare la visualizzazione di oggetti sessuali o di attività sessuali che sono stimolanti. I suggerimenti possono essere più sottili come, per esempio, facce nascoste o immagini subliminali nelle opere d'arte. È stato suggerito che pitture rupestri dell'età della pietra contengano rappresentazioni astratte della vulva. A un diverso livello l'arte può servire come il piumaggio allo struzzo, per impressionare i potenziali compagni. Analogamente, la capacità di apprezzare l'arte, o anche di permettersi opere d'arte, può conferire uno status sociale.

Tendenza alla curiosità: gli animali tendono a esplorare le zone limitrofe anche quando il cibo è abbondante nelle vicinanze. Questo può avere un'importanza per la sopravvivenza, quando cambiano le condizioni ambientali, e la curiosità sembra essere una caratteristica essenziale del nostro patrimonio genetico. Inoltre può spiegare l'effetto stimolante dell'arte poiché essa propone la novità così come la ripetizione. Nella nostra ricerca di novità ci rechiamo in luoghi nuovi, visitiamo i musei, e a volte abbiamo persino la tentazione di creare arte noi stessi. E' una linea di pensiero che si adatta bene con l'idea che tutte le forme di esperienza immaginaria tra arte, dramma e immaginazione giochino un ruolo determinante nell'organizzazione del cervello e un'importante opera di adattamento in tutta la vita.

Questo breve elenco è intuitivo e può definire le caratteristiche più importanti dell'arte, ma rimane nella categoria dei suggerimenti. L'esperienza dimostra che il cervello non è solo in grado di creare e giudicare l'arte, ma che è propenso ad investire le sue risorse in quelle direzioni. Negli ultimi decenni gli studi funzionali dei neuroscienziati hanno rivelato i dettagli del funzionamento del sistema visivo e hanno individuato le aree del cervello che sono coinvolte in compiti specifici. Questo è molto incoraggiante per chi sta tentando di scoprire la base biologica della creazione e dell'apprezzamento dell'arte. Tuttavia, con gli studi dei fisici sull'attività della mente, siamo ben lungi dall'essere in grado di capire qualcosa circa la nostra risposta emotiva all'arte.

In questa fase dobbiamo essere soddisfatti di un approccio descrittivo, basato sulla catalogazione del modo in cui la mente percepisce e reagisce all'arte. Questo è uno studio sperimentale, attraverso i millenni gli artisti hanno agito inconsapevolmente come neurologi, nel determinare quali costruzioni e composizioni stimolino la mente. I nostri musei sono pieni di opere d'arte che hanno resistito alla prova del tempo e ogni giorno nuove opere d'arte, tra cui tutta una gamma di fotografie, sono in competizione per guadagnarsi l'approvazione. Per questo abbiamo già una vasta collezione di opere d'arte visiva che si sono segnalate per stimolare la mente, rivelandoci il modo in cui la mente funziona. Possiamo usare le caratteristiche vincenti di opere d'arte in nuove creazioni e siamo liberi di sperimentare nuove forme d'arte, per accertarne la compatibilità con la struttura della mente umana. Gli esseri umani hanno capacità visive molto simili, ma i nostri schemi sono tutti diversi. Questo spiega la soggettività nella valutazione dell'arte; ma, nonostante ciò, c'è ampio consenso su ciò che è "buona arte".

Cosa possiamo imparare dalle immagini di successo: come la mente cosciente prosperi sulla coerenza e la stabilità della nostra visione del mondo, nonostante la pletora di sensazioni e la natura dei movimenti oculari saltellanti, rispondendo favorevolmente alla semplicità delle immagini incorniciate. Ciò non significa che dovrebbero mancare i dettagli, ma piuttosto è importante che ci sia un centro di attenzione e un minimo di distrazione. L'occhio dovrebbe essere diretto da indizi visivi, verso le aree più importanti e non dovrebbe essere confuso da aree di uguale importanza. Allo stesso modo, le immagini incorniciate sono più facilmente equilibrate e non sono noiose. Questo ha a che fare con la composizione, vale a dire col posizionamento delle caratteristiche che sono state selezionate dall'artista e il loro effetto sull'impatto globale del lavoro.

Al di là del consiglio di mantenere tutto semplice e di evitare distrazioni, possiamo elencare le caratteristiche che hanno riscontrato il favore nella maggior parte degli osservatori. Queste linee guida alla composizione possono risparmiare tempo e, in qualche misura, aiutare i fotografi inesperti. Con la fotografia digitale, dove ogni immagine catturata non costa praticamente nulla, è troppo facile scattare senza pianificazione e poi rendersi conto che le composizioni mancano di qualcosa di importante. Credo che delle linee guida possano aumentare la consapevolezza circa la composizione e motivare i fotografi alla pianificazione che, inoltre, può essere utile a prevenire eventuali commenti critici.

Con l'usuale avvertenza che le linee guida non sono regole ferree e che ci sono sempre eccezioni, ecco una selezione delle linee guida che si incontrano più frequentemente:

1. Stabilire un oggetto principale o l'area di interesse. Dovrebbe essere facile rispondere alla domanda: "Qual è il soggetto di questa fotografia?" L'oggetto di interesse può essere isolato mediante posizionamento, sfondo e profondità di campo. In alcuni casi contorni e linee naturali possono essere utilizzati per indirizzare l'occhio al soggetto. Cornici naturali all'interno dell'immagine possono anche essere utili.

2. Evitare distrazioni. Alcuni delle principali distrazioni sono punti di interesse, come aree chiare, soprattutto ai bordi, ampie zone confuse in primo piano, sfondi pieni di ggetti o persone e linee che dirigano verso gli angoli.

3. In generale evitare l'inserimento di oggetti direttamente presso il centro dell'inquadratura a meno che la simmetria lo richieda. Il posizionamento nel centro, soprattutto di piccoli oggetti, rende difficile l'equilibrio e tende ad essere noioso. Come corollario, evitare di posizionare l'orizzonte esattamente nel centro di una foto.
La sottile differenza nella composizione di fig. 1 (a) e (b) è sufficiente perchè la maggior parte degli osservatori trovi (b) più piacevole.

 

Figura 1: Posizionamento di oggetti fuori centro.


4. È possibile utilizzare la regola dei terzi. Dividere l'immagine in terzi in entrambe le direzioni orizzontale e verticale mediante linee immaginarie creando nove blocchi. I punti di incrocio di queste linee sono denominati "hot spot" cioè favorevoli per il posizionamento di oggetti o punti di interesse dell'immagine. Questa regola funziona per il posizionamento del punto più interessentante del geyser (fig. 2) ; mentre la simmetria e la dimensione dell'orchidea (fig. 3) lasciano poca scelta sul posizionamento.

Figura 2: Castle Geyser e la regola dei terzi.

Figura 3: la simmetria dell'orchidea controlla la composizione.

5. Dare agli oggetti in movimento spazio supplementare nella parte anteriore (nel verso del movimento previsto). Questo è ovviamente auspicabile nella maggior parte dei casi. Quando l'oggetto in movimento ha una "coda" come la scia di una barca o di un jet, può essere meglio privilegiare la coda che è parte dell'oggetto.

6. Evitare l'imbarazzante ritaglio di oggetti o funzioni ai margini delle immagini. Ad esempio, finestre nelle pareti solitamente dovrebbe essere totalmente dentro o fuori dalla cornice. Un taglio stretto per evidenziare una faccia può essere bello, ma è meglio evitare di tagliare piccole parti. Per esempio, cercate di non tagliare una mano o una caviglia del piede.

Questa lista semplicemente tenta di definire alcune delle caratteristiche che contribuiscono a farci piacere, o meno, certe immagini. A volte il posizionamento è così evidente, per la maggior parte delle persone, che una regola diventa superflua. Si considerino, ad esempio, i ritratti classici creati in molti decenni, di facce che mostrano due occhi. Le facce sono raramente dritte e l'occhio dominante tende ad essere al centro esatto della tela. La posizione del naso e della bocca è molto più variabile. Questa osservazione è interessante ma non particolarmente utile.

Con tutto questo dibattito sulla composizione, uno non dovrebbe perdere di vista l'importanza del soggetto. Una valida critica di qualsiasi opera d'arte è che non c'è nessun interesse inerente al soggetto. Questo ci porta immediatamente nella parte più soggettiva della critica d'arte. Un fotografo può trovare arte nella collocazione di un mozzicone di sigaretta su un marciapiede o la posizione di un'erbaccia che cresce da una crepa nel cemento, mentre un altro fotografo può essere annoiato dagli stessi soggetti. La scelta del soggetto è molto personale.
Io sono attratto da immagini che mi aiutano a vedere il mondo in modo nuovo. Questo potrebbe significare dettagli e colori in insetti e uccelli, azioni sportive congelate, o la composizione e il colore nel paesaggio. Insomma ognuno ha le sue preferenze.


Conoscere il sistema visivo può migliorare le possibilità dell'artista

Secondo l'aforisma "la conoscenza è potere", la conoscenza delle caratteristiche del sistema visivo umano deve fornire qualche vantaggio ai fotografi e agli altri artisti. Suggerisco due strategie per l'uso di questa conoscenza. La prima, più seria, è stata usata dai pittori di successo forse senza saperlo nemmeno. Così gli artisti hanno dato ad immagini convenzionali un impatto extra attraverso l'uso di illusioni non riconosciute. Per esempio c'è l'impatto risultante dall'uso di oggetti con la stessa luce dello sfondo. L'esempio citato di solito è "Impression Sunrise" di Monet (fig. 4). Quando sono riprodotti correttamente, il disco solare e il suo sfondo hanno la stessa luminosità, e per molti osservatori il sole attira l'attenzione perché il nostro sistema visivo trova difficoltà a fissare la sua posizione.

Figura 4: Monet "Impression Sunrise".


Ci sono anche le illusioni di movimento derivanti strettamente dalla geometria di un'immagine e in particolare dalle linee ravvicinate con contrasto elevato. Livelli ad alto contrasto adiacenti ad altri con la stessa luce possono dare l'impressione del movimento. Qui viene ancora in mente il genio di Monet che sembra far fluire l'acqua nei suoi dipinti. Ho inserito un'illustrazione di questo effetto in fig. 5 dove penso che il lettore avvertirà un senso di flusso nelle aree solide.

Figura 5: Impressione di flusso, un'illusione visiva.


Ancora nella categoria delle immagini convenzionali vorrei ricordare le immagini nascoste all'interno di altre immagini che sfruttano la propensione umana a riconoscere volti da un set minimo di caratteristiche. Ad esempio famoso è il "Mercato degli schiavi" di Salvador Dalí (fig. 6) con il busto nascosto di Voltaire (1940).

Figura 6: "Mercato degli schiavi" di Salvador Dalí.

Numerosi esempi possono essere trovati online. Attualmente con le funzionalità dei software di elaborazione delle foto, l'introduzione di immagini nascoste è molto facile.

La seconda categoria di immagini, suggerite dal funzionamento del sistema visivo umano, sono immagini che sono state progettate per produrre uno shock, sfidando le ipotesi immagazzinate nella nostra consapevolezza (bottom-up system - motore di inferenza induttiva). Intendo quelle immagini che almeno a prima vista sembrano rappresentazioni impossibili o estremamente improbabili. Un esempio sono le immagini che forniscono indizi contraddittori per determinare la profondità. In fig. 7 tre immagini uguali di una garzetta si trovano in una foto di spiaggia per dare indizi contrastanti sulla dimensione. La regola di base è che la dimensione percepita di un oggetto proiettata sulla retina è proporzionale alla distanza percepita da quell'oggetto.

Figura 7: Immagini identiche di una garzetta in tre posizioni.


La "Visual dissonance" è uno stato di tensione psicologica che deriva dal vedere qualcosa di diverso da quello che uno si aspetta di vedere. Studi funzionali mostrano che questo stato porta all'attivazione di più aree del cervello, di quante sarebbero necessarie per l'elaborazione delle scene previse. Questa stimolazione maggiore può portare all'attrazione o repulsione. L'arte surreale, come quella creata da René Magritte e Man Ray, fornisce numerosi esempi. In fig. 7 una composizione fotografica derivata da Magritte.

Figura 8: "Moon space", un buco nella realtà.


Qui l'illusione della luna sopra Sandia Peak è disturbata da un'apertura nello spazio scuro. Un altro esempio di dissonanza viene dagli impossibili riflessi negli specchi. Una foto di questo tipo è mostrata in fig. 9.

Figura 9 - Ripetizioni


Conclusioni

Questo mi porta alla fine della mia escursione sull'arte nella fotografia. Il messaggio è che il mondo, come lo percepiamo, è una creazione del nostro cervello sulla base di informazioni limitate; non dipende solo dalla funzionalità e dalle limitazioni del cervello umano, ma anche dalla sua storia di stimolazione visiva. L'Arte esiste perché (1) la mente umana gode della stimolazione da immagini visive e (2) la risposta del nostro sistema visivo è sufficientemente universale da poter condividere con gli altri i piaceri della stimolazione visiva estetica.
Gli artisti, attraverso i millenni, e i neurologi, più recentemente, hanno scoperto empiricamente quali tipi di immagini piacciano alla mente umana e gli esperimenti continuano con nostro grande beneficio.
Da questo studio ho imparato come la mente umana affronti i limiti del nostro sistema visivo e, ancora più importante, che c'è un vasto mondo di arte meravigliosa da apprezzare.
Ultimo, ma non meno importante, c'è ancora un mondo di arte meravigliosa che deve ancora essere creato da noi fotografi e da altri artisti.

 


Note bibliografiche

1.  Gazzaniga, M. S., Human, (HarperCollins Pub., New York, 2008).
2.   Livingstone, M. Vision and Art (H. N. Abrams, Inc., New York, 2002).
3.   Solso, R. L, Cognition and the Visual Arts (MIT Press, Cambridge, MA, 1994).
4.  Solso, R. L, The Psychology of Art and the Foundation of the Conscious Brain (MIT Press, 2003).
5.   Palmer, S. E., Vision Science (MIT Press, Cambridge, MA, 1999).
6.   Meuris, J., René Magritte (TASCHEN America, Los Angeles, CA, 2004)


Consulta la 1° parte:
Ricerca sulla fotografia e su come il cervello percepisce le immagini