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Le vicende dell'Arte: i luoghi di van Gogh

Cosa vide Vincent

nella fotografie di Peter Pollack

“Cosa vide Vincent” è una mostra realizzata grazie ad una serie di fotografie scattate da Peter Pollack che, con la collaborazione del nipote del maestro, Vincent Willem van Gogh, ha fotografato i luoghi vissuti e dipinti dal grande maestro. Confrontando le foto con le immagini di alcuni dipinti, si getta uno sguardo sia al mondo che Vincent vide a suo tempo, sia al modo in cui ha reso questa visione, con i suoi colori, sulla tela.



Questa realizzazione non sarebbe stata possibile se Peter Pollack non avesse stretto un'amicizia col nipote di van Gogh. Nel 1940, il direttore dell'Art Institute di Chicago, Daniel Catton Rich, e Peter Pollack che collaborava con l'Istituto, hanno contattato la famiglia van Gogh nella speranza di avere in prestito alcuni dipinti per allestire una mostra a Chicago. A quel tempo, il lascito di van Gogh era gestito dal nipote, Vincent Willem van Gogh, figlio di Theo (fratello del pittore), che aveva ereditato la raccolta dello zio dopo la morte della madre.
Vincent Willem accettò di prestare una serie di dipinti all'Istituto d'Arte, e questo gettò le basi di una lunga amicizia fra Peter Pollack e il nipote di van Gogh. Così Vincent Willem si offrì di accompagnare Pollack in un viaggio in Olanda e Francia per fargli vedere i vari siti che appaiono in alcuni dei dipinti di van Gogh.

Nell'immagine a fianco: Vincent Willem van Gogh, nipote del maestro, con un autoritratto dello zio.
Nel 1926, dopo la scomparsa di sua madre Johanna van Gogh-Bonger, ereditò la maggior parte delle opere di suo zio.
Johanna aveva dedicato la sua vita all'amministrazione e alla promozione delle opere di Vincent, dopo la morte del marito Theo, fratello del pittore. I suoi sforzi incessanti nella gestione e promozione della raccolta di oltre 600 dipinti e disegni contribuì al riconoscimento di Vincent come un artista geniale e brillante.
Proseguendo il lavoro della madre, il nipote e omonimo di Vincent van Gogh ha gestito la raccolta per oltre 35 anni fino a quando ha dato vita alla Fondazione van Gogh. Nel 1962, l'intera collezione è stata donata al governo olandese.
Il nipote occasionalmente ha prestato opere di van Gogh a fini espositivi, ed è stato in questo contesto che i funzionari dell'Art Institute di Chicago lo hanno contattato nel 1940 in preparazione di una mostra retrospettiva fissata per la primavera del 1950.

Peter Pollack si mise in viaggio con Vincent Willem 60 anni dopo la morte dell'artista, iniziando la sua missione fotografica nella cittadina olandese di Nuenen, dove Vincent van Gogh aveva iniziato a dipingere. Durante i suoi due anni a Nuenen van Gogh visse in canonica con i suoi genitori (il padre era pastore calvinista), dove un piccolo annesso alla casa serviva come studio dell'artista.

Nuenen

Il primo dipinto importante di van Gogh, "I mangiatori di patate", è stata completato durante la sua permanenza a Nuenen e rappresenta il suo primo stile, fortemente influenzato da pittori del genere contadino come Jean-François Millet e da artisti olandesi che tradizionalmente tendevano verso una tavolozza di colori scuri. Pollack ha fotografato la casa in cui vivevano i mangiatori di patate e ha anche catturato immagini della gente locale. "Non era una documentazione che cercavo," ha poi spiegato Pollack, ma "piuttosto uno studio del paesaggio olandese e la sua gente, da cui Vincent trasse l'ispirazione per la sua arte."


A sinistra: Peter Pollack, la casa in cui viveano i mangiatori di patate", 1949
A destra: Vincent van Gogh, "I mangiatori di patate", 1885

Particolarmente degne di nota sono le fotografie dei "ragazzi dei nidi degli uccelli". Li vediamo nell'immagine a fianco, scattata da Pollack nel 1949.
Erano uomini che in gioventù avevano recuperato, per van Gogh, i nidi di uccelli salendo sugli alberi di Nuenen.
Il pittore li usava per i suoi studi e ricompensava i ragazzi con venticinque centesimi olandesi.
Uno degli uomini ricordava che una volta gli fu proposto, al posto del denaro, un quadro come ricompensa.
Lui purtroppo rifiutò preferendo gli spiccioli.

 

 

 

 




Parigi

Stanco di Nuenen, dopo la morte di suo padre e a seguito di una sfortnata storia d'amore, Vincent si trasferì ad Amsterdam per due mesi nel 1885, prima di andare dal fratello Theo a Parigi nel 1886. Il suo arrivo fu una sorpresa per l'ignaro Theo, che gestiva una galleria d'arte a Montmartre; tuttavia lo accolse nel suo piccolo appartamento in Rue Lepic (lo vediamo nell'immagine qui sotto) a Montmartre.

Qui a fianco la targa sul palazzo di rue Lepic 54, che ricorda il soggiorno dei fratelli van Gogh dal 1886 al 1888.

 

 

 



A sinistra: rue Lepic a Mortmatre fotografata da Pollack nel 1949; a destra: veduta di Parigi dalla finestra della stanza di van Gogh, in rue Lepic 54, dipinto di Vincent van Gogh

All'epoca Montmartre era un semplice sobborgo di Parigi, ma 60 anni di urbanizzazione e di crescita l'avevano trasformato completamente, rendendo la zona quasi irriconoscibile durante la visita di Pollack. Le fattorie pittoresche e mulini a vento della fine del XIX secolo erano stati sostituite con palazzi e strade lastricate.
Solo il Moulin de la Galette (foto in basso a sinistra) aveva resistito alla prova del tempo, era ancora in piedi vicino a dove Theo e Vincent, avevano il loro appartamento.


Moulin de Galette, Pollack 1949. A destra una delle versioni del Moulin de la Galette dipinte da van Gogh (1886)

Il Moulin de la Galette all'83 di rue Lepic è stato un soggetto preferito per molti pittori tra cui Picasso, Toulouse-Lautrec, Signac, Urtrillo e Renoir. van Gogh lo dipinse varie volte, ritraendolo da distanze ed angolazioni diverse.


A sinistra: il Moulin de Galette fotografato oggi; a destra lo stesso luogo nel 1885.

Anni prima, Renoir aveva dipinto "Bal du Moulin de la Galette" (immagine qui sopra). Per coincidenza venne acquistato all'asta dallo stesso uomo d'affari giapponese che aveva comprato uno dei ritratti del dottor Gachet di van Gogh. Dopo il fallimento della sua attività e la morte del magnate giapponese, il luogo in cui si trovano entrambi i dipinti è sconosciuto. Si pensa siano custoditi in Svizzera.

Dato che la professione di Theo come mercante d'arte lo metteva in contatto con molti pittori, è stato facile per Vincent incontrarli. La sua cerchia di amici incluse rapidamente il più vecchio Camille Pissarro, il bon vivant Henri Toulouse-Lautrec, l'agente di cambio diventato pittore Paul Gauguin e il giovane Émile Bernard.
Durante questo periodo, le opere degli autori delle stampe giapponesi come Hiroshige e Hokusai erano molto in voga a Parigi e Vincent, come alcuni dei suoi amici artisti, raccolse le riproduzioni dipinte, inserendole anche nelle sue opere.

Durante i suoi due anni a Parigi, van Gogh fu quindi in stretto contatto col circolo degli impressionisti e di altri noti artisti come Henri de Toulouse-Lautrec. Costoro ebbero un enorme impatto sul suo stile: van Gogh infatti iniziò a sperimentare con una tavolozza più chiara e combinazioni di colori più vivaci che resero memorabili i suoi lavori successivi.
Nell'immagine qui sopra "van Gogh in un caffè di Parigi", disegno di Toulouse-Lautrec.

Arles

Nel 1888, dopo due anni a Parigi con Theo, Vincent si spostò a sud, ad Arles in cerca di un ambiente più tranquillo dove sperava di vivere meglio la sua instabilità mentale e fisica. Si istallò in un piccolo edificio giallo sulla Place Lamartine, reso famoso nel suo quadro "La casa gialla" (immagine in basso a destra). Purtroppo, l'edificio fu distrutto durante la seconda guerra mondiale e, al momento della visita di Pollack a Arles, venne sostituito da una struttura temporanea utilizzata come negozio di tabacchi (immagine in basso a sinistra). Il caffè ritratto nel "Terrazza del caffè la sera" (vedi immagine nella colonna a fianco) si trovava a meno di un isolato di distanza dalla casa di van Gogh, e può anche essere visto sullo sfondo de "La casa gialla".



Nei suoi dipinti, van Gogh non si è concentrato sulle rovine romane per le quali Arles è famosa, ma sugli edifici e sull'ambiente naturale della città, come ad esempio la pianura rocciosa di Le Crau. Pollack ha fotografato queste caratteristiche così come la vicina Abbazia de Montmajour e villaggio di pescatori di Ste.-Marie-de-la-Mer, siti frequentati spesso dal pittore.


A sinistra il sito dove sorgeva il ponte di Langlois dipinto da van Gogh (a destra).

Ai tempi della visita di Pollack la maggior parte degli abitanti di Arles risultò sorprendentemente ignorante della fama di van Gogh. C'era solo una piccola strada intitolata a lui (sconosciuta anche ai tassisti di Arles), era lunga meno di un isolato e finiva in una discarica. L'unico uomo che espresse apprezzamento per l'artista fu un direttore d'albergo. Probabilmente perché la storia di van Gogh ad Arles ha portato quasi due milioni di franchi francesi di fatturato l'anno, da parte dei turisti che hanno voluto ammirare i luoghi dove visse il pittore.


A sinistra: Peter Pollack, Le Crau, foto 1949. A destra "Il raccolto" o "Le Crau" dipinto da van Gogh nel giugno 1888. Il pittore considerava questo quadro come uno dei suoi meglio riusciti, lo scrive a suo fratello Theo. Quello che si vede è una pianura assolata, nei pressi di Arles in Provenza, in una calda giornata estiva durante la mietitura. Un dipinto ricco di serenità come raramente si trova nei lavori di van Gogh.

Hotel Dieu

Anche se van Gogh aveva trovato un po' di conforto ad Arles, la malattia mentale stava prendendo il sopravvento, culminando nella sua auto-mutilazione. In un impeto violento d'ira, dopo un'accesa discussione col coinquilino e compagno Paul Gauguin, l'artista si recise una parte del lobo dell'orecchio. Venne subito ricoverato nell'ospedale locale, l'Hôtel Dieu, dove fu messo in isolamento.


A sinistra l'ingresso dell'ospedale Dieu, al centro il cortile; a destra il letto di Vincent.

Le fotografie scattate da Pollack trasmettono tutta la freddezza dell'istituzione.
Gauguin intanto era andato via dalla casa gialla, condivisa con Vincent, che dopo meno di due settimane era stato dimesso dall'ospedale.
Un mese dopo, però, dopo un altra crisi psicotica, dovette rientrare al Dieu.
Al ritorno dal suo secondo soggiorno, la gente del posto presentò una petizione al governo locale perchè Vincent fosse ricoverato nuovamente, in quanto era un pericolo per la società. In questo contesto, van Gogh ritornò all'Hôtel Dieu per la terza volta. Nel maggio del 1889, solo cinque mesi dopo la lite con Gauguin, l'artista volontariamente accettò il ricovero al manicomio di St.-Rémy-de-Provence.

St.-Rémy-de-Provence


A sinistra: Peter Pollack, "Corridoio del manicomio a St. Paul de Mausole, Saint-Rémy de Provence," 1949
A destra: Vincent van Gogh, "Corridoio del manicomio" 1889

van Gogh venne trasferito al manicomio St. Paul de Mausole a Saint-Rémy-de-Provence nella tarda primavera del 1889. La maggior parte dei suoi dipinti da quel momento raffigurarono gli ambienti del manicomio, anche a causa del fatto che i suoi movimenti erano limitati.


A sinistra "Vestibolo d'ingresso del manicomio di Saint-Rémy", foto di Pollack del 1949.
A destra la stessa scena dipinta da van Gogh.


Per i primi due mesi del suo soggiorno, all'artista non era permesso di avventurarsi oltre i confini dell'istituto.

A fianco la fotografia di Pollack scattata dalla finestra sbarrata della camera di Vincent.
Durante i suoi attacchi deliranti, Vincent non poteva realizzare dipinti originali, limitandosi invece a copiare quadri di antichi maestri che ammirava. Infine, è stato ritenuto abbastanza stabile da esplorare zone entro una certa distanza. Pollack è stato affascinato dal modo in cui van Gogh ha trasformato il manicomio in opere vibranti e dinamiche d'arte, come la finestra Farmacia.
Qui sotto vediamo appunto ll disegno della finestra della farmacia (a destra) realizzato da Vincent; mentre a sinistra la stessa immagine fotografata da Pollack.



Il dottor Edgar Leroy, primario del manicomio nel 1940 e ammiratore dell'arte di van Gogh, trasformò la stanza che era stata occupata dal pittore, in una galleria d'arte in miniatura con le riproduzioni delle sue opere.

Auvers-sur-Oise

Il desiderio di essere più vicino al fratello e alla sua famiglia, che ora comprendeva il neonato Vincent Willem, riportò il pittore a nord, ad Auvers-sur-Oise. L'artista aveva trascorso più di due anni, nel sud della Francia, prima di trasferirsi in questa piccola città a circa 30 chilometri da Parigi. Ad Auvers visse solo per circa 70 giorni, ma fu immensamente produttivo durante questo breve periodo, realizzando dipinti al ritmo impressionante di circa un quadro al giorno.
Ad Auvers, l'artista si stabilì all'Auberge Ravoux, sotto la supervisione del dottor Gachet, che Theo aveva incontrato a Parigi e che sosteneva di poter curare la malattia di Vincent. Però divenne ben presto evidente che lo stesso dottor Gachet soffriva di una malattia mentale (alcuni dicono anche più grave di quella di Vincent) rivelandosi inutile per migliorare le condizioni di Vincent.


A sinistra una foto del dottor Gachet, che vediamo a destra in un ritratto di Vincent, in cui traspare tutta la malinconia del soggetto, affetto dagli stessi disturbi di van Gogh.

Il 27 luglio 1890, Vincent si recò nei campi di grano a dipingere. Questa era la sua attività quotidiana ma quel giorno si sparò una revolverata per poi tornare di nascosto all'Auberge Ravoux senza rivelare a nessuno quello che aveva fatto. Il proprietario della locanda alla fine scoprì la ferita di Vincent, convocando subito il dottor Gachet e Theo. Purtroppo, non si potè fare più nulla per guarire l'artista, e Vincent morì due giorni dopo.


Il municipio di Auvers-sur-Oise fotografato da Pollack nel 1949 e (a destra) dipinto da van Gogh.

Sessanta anni dopo, Peter Pollack ha concluso il suo viaggio fotografico negli stessi luoghi in cui van Gogh trascorse i suoi ultimi giorni, compresi il campo di grano in cui l'artista si era ferito a morte, nella sua stanza presso la locanda, il vicino municipio (immagini qui sopra) e il fiume Oise.


La chiesa di Auvers-sur-Oise fotografata recentemente; a destra lo stesso edificio dipinto da van Gogh.


Campo di grano con volo di corvi, olio su tela, 50,3x103 cm, 1890, van Gogh Museum, Amsterdam:
Una drammatica immagine dei campi di grano di Auvers-sur-Oise che sembra quasi presagire i tragici eventi che vi ebbero luogo e di cui fu protagonista il pittore.

Ad Auvers-sur-Oise vissero e lavorarono molti pittori impressionisti francesi, come Cezanne, Pissarro, Corot, Daubigny. Vincent van Gogh è sepolto proprio nel cimitero di Auvers a fianco del fratello Teo (immagine qui sotto).

Alcuni raffronti tra le foto scattate ai giorni nostri nei luoghi dipinti dai grandi maestri ad Auvers-sur-Oise: cliccate qui